Midsommar: quando un credo diventa pericoloso


 Il film di oggi è anomalo sotto molti punti di vista. Non tanto per le dinamiche, molto comuni in questo genere di narrazioni, ma per come è realizzato. Parlerò in questa sede di Midsommar (2019) per la regia di Ari Aster. 

Come già detto, siamo di fronte ad una trama tutto sommato semplice e non poi così originale, ovvero quella di un gruppo di ragazzi (tra qui si ha la protagonista, reduce di un lutto famigliare) che fanno visita ad una comune in cui vi è stanziata una setta religiosa, in questo caso il villaggio si trova sperduto nelle campagne svedesi. Le persone del posto si mostreranno da subito molto accomodanti con i forestieri, ma ben presto mostreranno ai loro ospiti il loro lato più folle e sinistro. Follia giustificata dagli adepti del culto come necessaria per la loro sopravvivenza, chiaro sintomo di un lungo e prolungato lavaggio del cervello. In Midsommar non vi è nulla di sovrannaturale, il pericolo sono le strutture sociali del culto, a cui i protagonisti sono in balia, oltre che completamente estranei.

Quello che rende questa pellicola veramente incredibile è la realizzazione. Per cominciare la fotografia, negli horror è quasi sempre scura e tetra; mentre qui prevalgono il verde ed il colore dei fiori, il tutto costantemente illuminato dal Sole (siamo in Svezia in piena estata dopo tutto), luce presente anche nei momenti più raccapriccianti del film. Anche le inquadrature sono quasi sempre campi larghi, mai clasutrofobici o stretti, interrotti solo da primi piani estremamente serrati; quasi a sottolineare il senso di estraneità della protagonista con il resto dell'ambiente. In ogni inquadratura infatti si ha qualcosa che è fuori posto, non dal punto di vista registico, ma nel comportamento dei membri della setta, anche quando sono sorridenti danno allo spettatore un incontrollabile senso di ansia. La messa in scena del film è estremamente curata, dalla recitazione alla regia; in cui i lunghissimi tempi morti esplodono in scene decisamente più grottesche e disturbanti.

Midsommar non è un film per tutti, sia perché molto distante dai canoni classici della cinematografia orrorifica, sia per i tempi del film, che nonostante sia scorrevole sono estremamente lenti (non vi è nemmeno l'ombra di un jump-scare). Ma se cercate qualcosa di forte è veramente in grado di disturbarvi, allora è la pellicola adatta a voi.


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