Outrage Trilogy : Storia di uno yakuza in tre capitoli

 Spesso, quando sostieni di essere un amante della settima arte, salta sempre fuori il simpaticone che ti chiede: "Qual è il tuo regista preferito?". Ecco, sappiate che ogni volta che ponete questa domanda ad un cinefilo incallito, lo manderete completamente in freeze!  Non saprà chi citare per primo, chi omettere e nella sua mente inizieranno ad apparire e scomparire nomi di registi di nicchia e il cinefilo sa, che se citerà quei nomi, verrà etichettato come il solito snob che guarda solo mattoni provenienti dall'est Europa. Il sottoscritto non proverà nemmeno a fare un elenco dei suoi cineasti preferiti, sarebbe uno spreco di tempo.



Se però devo citare un regista che ha sicuramente mi ha formato come cinefilo amatoriale, Takeshi Kitano (o Beat Takeshi) occupa sicuramente un ruolo importante. Ed in questo articolo voglio proprio parlare delle ultime tre fatiche di Kitano: ovvero Outrage (2010), Outrage Beyond (2012) e Outrage Coda (2017). 

La trilogia narra le vicende di Otomo, uno yakuza di medio rango e di come suo malgrado venga coinvolto all'interno di una guerra tra clan priva di qualsiasi codice d'onore. Lungo il corso delle tre pellicole infatti vedremo costanti complotti atti a destabilizzare le gerarchie del crimine organizzato, dove chi è al vertice usa i suoi sottoposti come pedine e capri espiatori. Ma Otomo non riuscirà a seppellire l'orgoglio, valore fondamentale di ogni yakuza, portando così avanti la sua vendetta lungo l'arco narrativo della trilogia.

Lo stile di narrazione è quello che si può facilmente ricondurre ad un noir, con costanti tempi morti che esplodono in improvvise manifestazioni di violenza; stile narrativo che si incastra perfettamente con la regia di Kitano. E' uno modo di mettere in scena gli eventi priva di ogni forma di spettacolarizzazione e senza alcun tipo di virtuosismo registico; la camera è sempre ferma o si limita a seguire i personaggi in scena. Un modo di fare cinema molto asciutto ed elegante. Anche i temi che spesso ricorrono nelle opere del cineasta nipponico emergono in tutta la loro cruenza: in particolar modo la yakuza, sempre presente nella cinematografia kitaniana così come lo è nella società giapponese contemporanea ed il suicidio come espiazione e conforto, altro elemento molto sentito in Giappone. 

La trilogia di Outrage rappresenta un ritorno allo yakuza movie per Beat Takeshi, tre film dal sapore estremamente amaro, come ogni buona opera di stampo crime dev'essere, che non vogliono consolare lo spettatore con una redenzione del protagonista o con un lieto fine. I protagonista è un anti-eroe con cui lo spettatore deve entrare in contatto, pur ricordandosi che si tratta di un criminale. 


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Outrage

Outrage Beyond

Outrage Coda

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