L'uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot: molto amaro

Il film di oggi è una storia strana, molto strana. Un film che per gli appassionati di criptozoologia e di teorie del complotto potrebbe risultare molto esaltante, ma che in realtà parla delle vicende di un uomo piuttosto sfortunato, nonostante le sue incredibili gesta. Per la regia di Robert D. Krzykowski, oggi analizzerò "L'uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot".

La pellicola narra delle vicende di Calvin Barr, un uomo piuttosto anziano che riusci a uccidere Adolf Hitler, costretto però dal governo a tenere la vicenda segreta. La missione, così come ogni vicenda relativa alla sua giovinezza, ci viene mostrata tramite continui flashback. In queste sequenze del suo passato vediamo anche che Calvin fu in passato innamorato di una giovane maestra elementare prima di partire per il fronte, donna che purtroppo non ritrovò mai più una volta tornato a casa. La sua vita nel tempo presente ce lo mostra alle prese con una routine tipica delle persone anziane, tra medicine e visite dal barbiere  nonché suo fratello minore Ed. Tutto questo finché un giorno bussano alla sua porta due agenti; uno del FBI e uno della Royal Canadian Monted Police, proponendogli una nuova missione, uccidere il Bigfoot. Se da prima il protagonista sembra piuttosto titubante, alla fine accetta.

La titubanza deriva dal fatto che seppur si uccide un mostro, come il nostro personaggio principale già fece in passato, ci si macchia le mani per poi scoprire che il mostro verrà facilmente rimpiazzato.
Così ci si ritrova con le mani sporche di sangue senza che qualcosa nel mondo sia davvero cambiato.
Il film è percorso per tutta la sua durata da un senso di malinconia ed amarezza molto toccante, senza però strappare diversi sorrisi per via dell'assurdità delle vicende vissute da Calvin Barr.

Dal punto di vista tecnico il film è un vero gioiellino. Una fotografia molto naturale ma molto curata, che vengono accompagnati da una regia e da un montaggio estremamente solidi, specialmente nella scelta dei punti macchina, sempre azzeccati e perfetti per il mood della scena. La scena in cui Hitler viene ucciso, così come tutta le sequenze in cui nostro protagonista si infiltra, sono davvero di un livello altissimo.


"L'uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot" è un film purtroppo passato inosservato e accolto tiepidamente dalla critica. Tuttavia, se avete voglia di qualcosa di più ricercato ed interessante, dategli assolutamente una possibilità perché ne vale davvero la pena!


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