
Partiamo proprio dalla regia di questo film, che si basa su un'idea alquanto semplice ma molto complessa da realizzare; ovvero mostrare le vicende dal punto di vista di un unico piano sequenza.
Su questo lato il film si difende più che bene, riuscendo a mascherare i tagli di montaggio con svariati espedienti, come impallamenti o time lapse. La sensazione è ben coadiuvata in oltre da una fotografia vagamente sgranata, che da la effettiva sensazione di presa diretta effettuata con una camera a mano.
La nota dolente è invece la sceneggiatura di questa pellicola, che narra le vicende di un volto noto ormai decatuto del cinema supereoristico hollywoodiano alle prese con la messa in scena di uno spettacolo teatrale. Ecco, seppur la trama non mostri buchi o incoerenze, il soggetto di questo Birdman è davvero poco originale. Inoltre, la voce fuori campo presente nella testa del protagonista non fa altro che aggravare sensibilmente questa sensazione di deja-vu.
Il cast è davvero alle stelle, conta infatti tra le sue fila Michael Keaton, Emma Stone e Edward Norton, quest'ultimo davvero in forma in questo film. Tuttavia la scrittura di questi personaggi sono dei veri propri clichè, abbiamo il sedicente artista con un rapporto conflittuale con la moglie, sua figlia con problemi di tossicodipendenza e il classico divo egocentrico.
Effettivamente, siam di fronte al tipico film artistoide fatto apposta per vincere premi Oscar (quello come miglior sceneggiatura originale veramente rapinato) e Golden Globe. Una pellicola definita capolavoro da una critica con la puzza sotto il naso e da un pubblico di hipster. Tutto questo è Birdman, un film di cui forse, ho parlato anche troppo.
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