Riadattamenti liberi: uno brutto e uno bello

Riadattare liberamente un romanzo, opera letteraria o fumetto è assolutamente legittimo per due semplici ragioni:
1) Nella reinterpretazione si dà sempre un qualcosa di personale all'opera originale, quindi si aprono nuovi spunti di riflessione sulla stessa, arricchendone l'immaginario e talvolta dandole nuova vita.
2) Dal passaggio da arte letteraria ad arte audio-visiva avviene una vera e propria traduzione, per esempio uno sguardo di pochi secondi in un libro può essere descritto in  diverse righe di testo (anche 80 pagine se ti chiami Marcel Proust, ma questa è una altra storia), di conseguenza i "lost in translations" sono assolutamente inevitabili talvolta. Risulta ovvio, che quindi ogni film o serie basata su dei romanzi si prenda qualche libertà, risultando così sempre, seppur in parte, un riadattamento.

Chiaramente, questo processo può creare dei mostri di sceneggiatura aberranti, delle soluzioni di messa in scena al limite del tragicomico e personaggi che vengono completamente snaturati con scelte di casting assurde.
Un esempio chiaro di questa sciagura è il film basato su Dylan Dog; che trasforma il nostro amato "old boy" bonelliano in super fusto, Groucho, nota spalla comica dall'importanza cardinale nel fumetto, viene completamente rimpiazzato da un anonimo comic relief e sposta l'ambientazione da Londra a New Orleans. Se aggiungiamo alla ricetta una trama banale da teen horror sovrannaturale e una scheda tecnica per nulla ispirata, il risultato non può essere che un bello sformato di letame fermentato. Io ammetto candidamente di non essere di parte in quanto sono rimasto affascinato dalla controparte cartacea di Tiziano Sclavi, e seppur le aspettative non fossero troppo alte posso concedere di aver preso di petto questa pellicola.

In altri casi si prende una serie di libri di altri tempi e li si riadatta ai giorni nostri, compiendo una sorta di piccolo miracolo, come nel caso di Sherlock,serie TV britannica prodotta dalla BBC. Infatti qui i personaggi non vengono snaturati,anzi mantengono la stessa caratterizzazione rispetto ai romanzi, quello che cambia sono i contesti storici ed culturali in cui essi sono inseriti a essere radicalmente diversi. Quindi anche i casi del più noto detective del mondo vengono riscritti per essere il più possibile simili a quelli originari partendo però da variabili completamente differenti. Ho letto diversi romanzi e racconti dell'investigatore britannico, ragion per cui sono sinceramente rimasto sbalordito dalla capacità degli sceneggiatori nel lasciare intatta la verve del originale cambiandone però del tutto lo sfondo.
Sherlock e Watson sono una coppia vincente del giallo, e con la perizia tecnica di questa serie, la vincita non può che raddoppiare.

Per concludere, il riadattamento è sempre legittimo e ben accetto, a patto che sia fatto bene.



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