Omicidio all' italiana: buono ma non ci siamo

Come abbiamo visto in questo mio blog esistono i film brutti e i film belli. Poi ci sono i film anonimi, di cui non vale la pena parlare in quanto essi sono completamente sciapi. Poi ci sono i capolavori e le pile di sterco, che nel bene e nel male fanno sempre parlare di se anche dopo anni dall'uscita. La pellicola di oggi non fa parte di nessuna di queste categorie; infatti è il classico 5, anzi facciamo pure 5 e 3/4. In parole povere questa pellicola è come quello studente intelligente, ma che non si applica.
Per la regia di Maccio Capatonda, oggi parlo di Omicidio all'italiana.


La trama gira attorno al sindaco di un piccolo paese sull'Appennino (Maccio Capatonda) ,a suo fratello (Herbert Ballerina) e ai suoi contanti tentativi di rendere la sua cittadina un'attrazione turistica, evitandone lo spopolamento. Qui verrà in aiuto la morte per soffocamento da cibo di una nobile filantropa locale, che i protagonisti occulteranno, facendolo passare per omicidio. Infatti è noto come la cronaca nera attiri i curiosi; facendo alzare incredibilmente lo cher  e la vendita di giornaletti scandalistici. Si può già notare come l'autore abbia a cuore sia il tema dello spopolamento delle province sia la satira sullo sciacallaggio giornalistico (per altro il tema del reporter-avvoltoio lo si è già con un suo altro personaggio, ovvero Oscar Carogna), mescolandoli con il no-sense a cui ci ha da sempre abituati. Anche sul lato tecnico siamo su livelli buoni, dopo tutto Maccio ha sempre dimostrato interesse per il mezzo audiovisivo, sapendolo padroneggiare sempre abbastanza bene.



Allora, visto che ne fino ad ora ne sto parlando bene, quali sono i problemi che portano questo "Omicidio all'italiana" a non avere la sufficienza piena? I protagonisti e le gag.
Non fraintendetemi, la recitazione volutamente stentata e sopra le righe di Ballerina e Capatonda sono molto divertenti, e lo stesso vale per i vari siparietti no-sense. Il problema sorge che questi fattori, su un cortometraggio (come per esempio i trailer) sono esilaranti, ma in un minutaggio lungo diventano estremamente ridondanti. Quindi il problema non sketch non divertenti o scritti male, perché sono divertenti, ma il problema è che sono troppi, rendendosi così prevedibili. Infatti la commedia, così come l'horror, gioca molto sul effetto sorpresa e sulla gestione dei tempi, in cui un elemento inaspettato al momento giusto rompe la tensione (causando inquietudine nell'horror e riso nel film comico). Ma essendoci troppe gag, questa tensione non viene mai costruita.

In chiusura, le intenzioni di Maccio Capatonda erano senz'altro buone, ed il film strappa qualche sorriso facendoci anche riflettere su temi attuali. Purtroppo, seppur molti fan abbiano apprezzato questa pellicola, personalmente non l'ho trovata all'altezza delle aspettative (e il sottoscritto è un fan del comico abruzzese)


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