Atomica Bionda: lo spionaggio quando il muro crollava

Le spy-story sono molto più che semplici film d'azione. Per quanto io sia un amante della saga cinematografica di 007, il suo canone fatto di gadget avveniristici ed inseguimenti a bordo della DB5 non è di sicuro l'unico possibile. Si possono avere dei thriller psicologici, in cui lo spionaggio viene mostrato come se fosse una partita scacchi. Oppure si può avere una via di mezzo tra l'action movie fracassone con la trama di un solido romanzo giallo; in parole povere un film poliziesco con gli agenti segreti al posto degli agenti di polizia. Il film di oggi ha tutti gli elementi del thriller più classico, tuttavia ha molti altri elementi che lo rendono estremamente affascinante. Per la regia di David Leitch, oggi parliamo di Atomica Bionda.



Parlare della trama di questo film senza fare spoiler è come per tutti i film di questo genere un'impresa ardua, ma si può dare qualche linea guida, giusto per suggerirne il contesto. Il film è ambientato a Berlino, circa una settimana prima della caduta del muro. Nella capitale tedesca, ancora separata dal muro, l'agente del MI6 Lorraine Broughton (Charlize Theron) dovrà recuperare una lista contente tutti gli affari sporchi di tutti gli agenti occidentali. Qui si può notare come gli autori abbiano voluto mescolare la Storia, ovvero la fine della guerra fredda, con la storia, ovvero narrazione del film. Quest'ultima viene raccontata come un lungo flashback, sapientemente introdotto grazie ad un interrogatorio alla protagonista. 


La scrittura di questo film non ha particolari pecche, anzi, tutti i personaggi si muovono perfettamente sulla scacchiera degli eventi, ed ogni loro mossa non è mai lasciata al caso. Si ha dunque un altro punto a favore per questa pellicola, il senso di abbandono e solitudine. Questo è un tema molto comune in molti film di spionaggio; in quanto l'agente segreto è sempre un ombra, non usa mai la sua vera identità e non viene mai coperto dalla sede centrale. Il rischio di una pugnalata alle spalle è costante e non può mai fidarsi di nessuno. La fotografia sembra ricalcare questo clima freddo e desolato, utilizzando colori freddi o spenti rotti solo da qualche sprazzo di rosso o arancione (spesso del fuoco oppure dei lampioni). Emblematico è l'uso delle luci al neon nella camera d'albergo di Lorraine, che danno un tocco anni '80 al set. Ed a proposito di ciò è interessante notare come ci siano costanti richiami alle decadi '80 e '90 di questo film, quasi a rimarcare il contrasto tra le due, simboleggiando la fine di un'epoca e l'inizio di una nuova (la colonna sonora non fa che accentuare questo tema); quello che tuttavia non cambierà, sarà che esse saranno entrambe contrassegnate da menzogne e doppi giochi.

Per quanto concerne la regia ed il montaggio, il ritmo di questo film è anche ben orchestrato, infatti pur non spingendo troppo il piede sull'acceleratore non mancano le scene d'azione, estremamente ben girate e montate, posizionate sempre al punto giusto, contraddistinte da un' estrema intensità

Atomica Bionda quindi risulta un'eccellente spy-story, in cui non mancano colpi di scena e alta tensione.



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