Crawl: grosse lucertole per grosse cazzate

Mi piace andare al cinema. Purtroppo vivendo in un paesino di campagna di medie dimensioni senza troppe pretese, tutte le sale cinematografiche sono un poco fuori porta per me. Se si aggiunge il fatto che sono un tipo al quanto asociale, al cinema ci vado meno spesso di quanto mi piaccia farlo.
Il film di cui vi parlerò oggi l'ho visto al cinema,e se non erro dovrebbe essere ancora in proiezione.
Oggi si parla di Crawl, per la regia di Alexandre Aja.

Qui siamo di fronte ad un soggetto e ad una sceneggiatura piuttosto semplice per non dire idiota: Haley, una giovane studentessa del college e promessa del nuoto, si dirige verso l'abitazione del padre per salvarlo da un imminente uragano. La protagonista  troverà suo papà nel seminterrato di casa sua, mezzo tramortito e braccato dagli alligatori. Seppur la trama da disaster movie sembra partorita dai peggiori sceneggiatori dell'Asylum, per la prima metà del film la messa in scena crea degli ottimi livelli di pathos, tenendo lo spettatore col fiato sospeso. Le magagne iniziano con la seconda metà del film. Infatti le esagerazioni, chiamate in gergo tecnico americanate, cicciano fuori dal proiettore come acqua sporca da una turca intasata. Come è possibile che gli alligatori ogni volta che mordono Hailey le facciano solo qualche graffietto mentre tutto il resto del cast venga completamente dilaniato tra le loro fauci? O la nostra protagonista ha le ossa in tungsteno oppure siamo di fronte a rettili molto raffinati ed esperti del Galateo, dei veri gentlereptiles! Uno di questi lucertoloni e così remissivo (o forse fesso) da farsi chiudere in un box doccia dalla nostra eroina. Che per altro, è incredibile come questa giovane fanciulla non riesca a fare un buon tempo nella staffetta stile libero, ma comunque nuoti sempre più in fretta di una grossa lucertola che si è adattata con secoli di evoluzione per la vita acquatica.

Tutte queste beghe di sceneggiatura sono un vero peccato, perché il film gode nel primo di ottime trovate; ad esempio il padre di Haley che misura il livello dell'acqua con un metro. Anche sul lato tecnico il film è di ottima fattura. Una fotografia scura per rimarcare sia l'uragano imminente sia il senso claustrofobico, le soggettive degli alligatori che nuotano in acqua, il montaggio studiato ad hoc per creare una certa tensione. Ma tutto questo non salva il film dalla montagna di stronzate immani che arriveranno nel secondo tempo.

Per concludere, Crawl è un film perfetto per una serata di fracasso con gli amici, magari davanti ad una pizza d'asporto e con qualche drink in corpo, ma di sicuro non vale i soldi spesi per un biglietto del cinema.



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