Pacific Rim: robot,mostri e ignoranza

A me personalmente piace molto il cinema d'essai. Mi piacciono le pellicole impegnate, intelligenti, con profonde riflessioni intellettuali sulla vita, la società, la politica. Sono opere piene di fascino e stimolano gli impulsi più intellettualoidi del sottoscritto. Mi piacciono molto e mi piacerebbe parlarne sul mio blog...ma non oggi! Oggi parliamo di un film che fa dell'essere fracassone e ignorante la sua cifra stilistica. Infatti, come da titolo, parleremo di Pacific Rim, per la regia di Guillermo del Toro, ad oggi vincitore di 2 oscar e un Leone d'oro con La forma dell'acqua e di un 1 oscar per Il labirinto del Fauno, più svariati altri premi.

Il film ha un soggetto tanto banale quanto efficace, dei Kaiju (ovvero i mostri giganti di cui Godzilla è il re) invadono la terra tramite un portale dimensionale situato nelle profondità del pacifico, quindi l'umanità, per contrastare questa minaccia mette a punto dei mecha in stile Mazinga chiamati Jaeger, questi robottoni sono armati di tutto punto e pilotati da due piloti in contatto neurale fra di loro e con la macchina tramite un contatto neurale, quindi quando sono alla guida dello Jaeger condividono pensieri e le sofferenze del combattimento.

E proprio su questo primo punto con cui vorrei aprire la mia disamina sull'aspetto tecnico della pellicola; infatti la sofferenza e le emozioni dei piloti è espressa con un montaggio alternato fra l'interno del robot e le azioni che vengono eseguite all'esterno, ogni colpo inferno ed incassato è perfettamente impresso nelle immagine con forza vivida e vibrante.
I personaggi, seppur rifacendosi per lo più ai topoi su cui il cinema d'azione a stelle e strisce si è fondato da decani e per il quale si è reso celebre, non sono completamente piatti, anzi, le loro emozioni e modi di comportarsi mutano, rendendoli ben caratterizzati, anche i personaggi di contorno rimangono vividi nella mente dello spettatore. Stessa cosa dicasi per le situazioni e i contesti narrativi,anzi questi risultano addirittura scontanti.

La fotografia e le scenografie di questo film sono sicuramente un altro suo punto di forza; infatti i colori sono vivi e barocchi come in molte pellicole dell'autore,una fotografia che potremmo definire barocca per molti versi,ma mai patinata. Le scenografie invece trasudano post-apocalittico da ogni poro; dalla ruggine dell hangar in cui sono stanziati gli Jaeger, alle strade sporche di una Hong Kong che vive il costante terrore di essere rasa al suolo da mostri alti quanto i grattaceli che la compongono, ogni granello di polvere fa intendere che l'umanità che è in crisi e sempre all'erta, in guerra contro un nemico ben più aggressivo e violento di essa.

Una nota di demerito va a mio malgrado ai dialoghi, che sono veramente poco incisivi (si pensi che ho visionato questa pellicola circa sei volte, e tutt'ora non mi ricordo una singola battuta del film)

Quindi,in chiusura, possiamo affermare che Pacific Rim sia un film d'azione perfettamente riuscito,che non ha pretese,che sa che quello che deve fare è intrattenere e lo fa molto bene.
Si tratta infatti di una pellicola estremamente divertente,pronta a diventare un cult movie da vedere e rivedere ogni qualvolta si ha voglia di spegnere il cervello,senza tuttavia dargli una completa eutanasia.

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